Baffo da Birra Moretti, cognome italiano come quasi tutti gli argentini, abbigliamento che già da solo comunica una certa distanza dal calcio di oggi. Angel Cappa ha il volto del veterano di tornei di briscola di qualche paesino italiano, ma ha lavorato nel Barcellona al fianco di Menotti e nel Real Madrid accanto a Valdano. Lo chiamano filosofo, scrittore, rivoluzionario. Perché Cappa è un idealista, sia in campo sia in politica, ma di quelli che non si estraniano dalla realtà e non smettono mai di battersi. Nemmeno oggi, che a 72 anni continua a scrivere libri e a sfornare taglienti analisi sul business del calcio mondiale. La sua ultima opera, scritta due anni fa assieme alla figlia giornalista, si chiama Ci rubano anche il calcio. Nella presentazione si legge: «Non tutto sarebbe perduto se, come diceva Eduardo Galeano, restituissimo il calcio alla sua condizione di festa per gli occhi». E qui sta la base del calcio di Cappa.
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Angel Cappa: “Pastore deve giocare dietro agli attaccanti, così riaprirà le sue ali”
