Sankt Pauli: una squadra, un’associazione sportiva, un club, un’idea, un quartiere. Ma anche un’immagine: quella della bandiera pirata, lo stemma “alternativo” della società, che ha fatto il giro del mondo e che rappresenta l’identità di quella che è considerata la squadra ribelle più famosa del mondo. Addentrarsi in un universo così complicato, ma spesso stereotipato e semplificato, è difficile: per farlo c’è bisogno di una guida. Nel nostro caso sarà Massimo Finizio, oggi socio e collaboratore del club, in passato presidente dell’assemblea dei soci e primo dirigente italiano di un club di Bundesliga, che ci guida nel viaggio sulla nave pirata che ha cambiato il calcio tedesco. E che oggi è un modello seguito anche dai grandi club.
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Né rossi né blu, ma viola: il City of Liverpool FC, la squadra fondata dai tifosi
Né rossi né blu, ma viola. Non per provare a sintetizzare in una nuova squadra il derby cittadino tra Liverpool ed Everton, ma perché il viola è il colore ufficiale del comune di Liverpool. Quando il City of Liverpool FC è stato fondato, nel 2015, nessuno sapeva dove sarebbe arrivato. Ma era già la terza squadra di Liverpool, visto che, da quando all’inizio degli Anni 90 è scomparso lo storico South Liverpool, la città non è più stata rappresentata in Non-League, cioè nell’universo del calcio dilettantistico e semi-professionistico inglese.
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Germania, il calcio resta in mano ai tifosi: è salva la “regola del 50+1”
Sembrava stesse barcollando, invece il “modello tedesco” non solo non è crollato, ma ha anche dimostrato di essere più saldo che mai. L’assemblea delle società di prima e seconda divisione ha approvato giovedì la richiesta del Sankt Pauli di mantenere la cosiddetta regola del 50+1, alla base del sistema calcistico tedesco. Grazie ad essa, a parte alcune eccezioni, la maggioranza delle quote di un club deve essere obbligatoriamente posseduta dai soci-tifosi, in modo che un singolo soggetto privato non possa acquisirne il controllo diretto.
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Tifosi, non clienti: ecco perché gli stadi in Germania sono sempre pieni
A fine ottobre, l’account ufficiale della Bundesliga pubblicava un tweet vantandosi di un primato: era la classifica europea di presenze allo stadio e a primeggiare era proprio una squadra tedesca, il Borussia Dortmund, che con 80.830 spettatori medi a partita dominava sugli altri top-club europei. Dopo la vittoria dei Mondiali 2014 da parte della Germania, si è iniziato a sentir parlare con insistenza del “modello tedesco”, ma non è il progetto a lungo termine basato sugli oltre 400 centri federali che si vuole analizzare in questo caso. Il modello tedesco in questione non è quello che fa vincere Coppe del Mondo, ma quello (certamente parte integrante di un sistema-calcio in salute) che fa riempire gli stadi.
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