Se in campionato si piange, in Europa non si ride. Anzi, spesso, per ciò che riguarda i prezzi delle trasferte, si piange ancora di più. Anche se in fondo, nessuno piange quando c’è da seguire la Roma per il continente. Nella presente e nella scorsa stagione la forbice dei prezzi è stata incredibile: si è andati dagli 1,50 euro di Qarabag-Roma agli 89 di euro di Barcellona-Roma.
Categoria: Approfondimenti
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La Bundesliga non segue La Liga: “Mai una partita fuori dalla Germania”
Bundesliga e Liga spagnola: due mondi agli antipodi, due modelli di sviluppo differenti che portano a risultati differenti. Mentre in Spagna il discusso presidente della Liga Javier Tebas ha annunciato che si disputerà una partita negli Stati Uniti per aumentare i ricavi, un po’ come fa l’NBA con la consueta partita londinese, in Germania – dove i club hanno scelto la strada del rapporto con il territorio e con i tifosi – i dirigenti della Bundesliga hanno deciso in senso opposto.
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Sankt Pauli, Amburgo: dove batte la bandiera dei pirati
Sankt Pauli: una squadra, un’associazione sportiva, un club, un’idea, un quartiere. Ma anche un’immagine: quella della bandiera pirata, lo stemma “alternativo” della società, che ha fatto il giro del mondo e che rappresenta l’identità di quella che è considerata la squadra ribelle più famosa del mondo. Addentrarsi in un universo così complicato, ma spesso stereotipato e semplificato, è difficile: per farlo c’è bisogno di una guida. Nel nostro caso sarà Massimo Finizio, oggi socio e collaboratore del club, in passato presidente dell’assemblea dei soci e primo dirigente italiano di un club di Bundesliga, che ci guida nel viaggio sulla nave pirata che ha cambiato il calcio tedesco. E che oggi è un modello seguito anche dai grandi club.
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I wikipediani romanisti: “Così custodiamo la storia della Roma in rete”
Quando Andrea e Paolo si incontrano sotto alla redazione de Il Romanista, si abbracciano come fratelli che non si vedono da una vita. Si conoscono da dieci anni, vivono entrambi a Roma, per alcuni periodi si sono sentiti anche tutte le settimane, ma non si sono mai visti prima. Può succedere, in quel mondo apparentemente a sé stante che è la comunità di utenti di Wikipedia: probabilmente la più importante e consultata opera collettiva del ventunesimo secolo, un’enciclopedia costantemente aggiornata che solo in italiano conta un milione e mezzo di voci. Tanto per rendere meglio l’atmosfera dell’incontro, tramite una videochiamata WhatsApp partecipa anche Luca, un ragazzo toscano. È lui lo spunto per iniziare, o perlomeno per provare ad addentrarsi in un mondo quasi sconosciuto nonostante sia tra i dieci siti più visitati al mondo: “l’enciclopedia libera”, dove chiunque può contribuire a creare e migliorare le voci su tutto lo scibile umano.
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Né rossi né blu, ma viola: il City of Liverpool FC, la squadra fondata dai tifosi
Né rossi né blu, ma viola. Non per provare a sintetizzare in una nuova squadra il derby cittadino tra Liverpool ed Everton, ma perché il viola è il colore ufficiale del comune di Liverpool. Quando il City of Liverpool FC è stato fondato, nel 2015, nessuno sapeva dove sarebbe arrivato. Ma era già la terza squadra di Liverpool, visto che, da quando all’inizio degli Anni 90 è scomparso lo storico South Liverpool, la città non è più stata rappresentata in Non-League, cioè nell’universo del calcio dilettantistico e semi-professionistico inglese.
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Germania, il calcio resta in mano ai tifosi: è salva la “regola del 50+1”
Sembrava stesse barcollando, invece il “modello tedesco” non solo non è crollato, ma ha anche dimostrato di essere più saldo che mai. L’assemblea delle società di prima e seconda divisione ha approvato giovedì la richiesta del Sankt Pauli di mantenere la cosiddetta regola del 50+1, alla base del sistema calcistico tedesco. Grazie ad essa, a parte alcune eccezioni, la maggioranza delle quote di un club deve essere obbligatoriamente posseduta dai soci-tifosi, in modo che un singolo soggetto privato non possa acquisirne il controllo diretto.
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Spagna, arrivano nove calciatori sauditi: milioni di euro in cambio di un posto in rosa
Il calcio spagnolo si apre all’Aurabia Saudita. O meglio, offre una sponda al progetto del principe Mohammad bin Salman di aumentare il soft power del paese arabo attraverso il calcio, “appaltando” posizioni nei club spagnoli per alcuni giocatori sauditi in cambio di soldi. Domenica scorsa infatti Levante, Villarreal, Leganes, Valladolid, Numancia e Rayo Vallecano hanno annunciato simultaneamente l’arrivo di un giocatore saudita, in una cerimonia in stile draft Nba tenutasi a Riyadh.
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Bundesliga: una minaccia chiamata Red Bull Lipsia, il club che ha messo le ali
Quando nel 1998 il calcio tedesco aprì all’investimento dei capitali privati nei club professionistici, fu imposto dallo statuto della Dfl che i tifosi avrebbero sempre mantenuto la quota di maggioranza del club attraverso le quote sociali (di qui la “regola del 50%+1”, alla base dello spirito comunitario del calcio tedesco). Solo due club, al tempo, furono esentati dall’obbligo: il Bayer Leverkusen e il Wolfsburg, in quanto fu stabilito che nel caso in cui una persona o un’azienda (in questo caso la Bayer e la Volkswagen) avesse finanziato un club per più di 20 anni avrebbe potuto acquisirne una quota maggioritaria. Solo una squadra negli ultimi 20 anni è riuscita ad aggirare la regola del 50%+1. È il Red Bull Lipsia, riconosciuta a livello internazionale (ne ha parlato anche il Guardian) come la “squadra più odiata di Germania”.
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Tifosi, non clienti: ecco perché gli stadi in Germania sono sempre pieni
A fine ottobre, l’account ufficiale della Bundesliga pubblicava un tweet vantandosi di un primato: era la classifica europea di presenze allo stadio e a primeggiare era proprio una squadra tedesca, il Borussia Dortmund, che con 80.830 spettatori medi a partita dominava sugli altri top-club europei. Dopo la vittoria dei Mondiali 2014 da parte della Germania, si è iniziato a sentir parlare con insistenza del “modello tedesco”, ma non è il progetto a lungo termine basato sugli oltre 400 centri federali che si vuole analizzare in questo caso. Il modello tedesco in questione non è quello che fa vincere Coppe del Mondo, ma quello (certamente parte integrante di un sistema-calcio in salute) che fa riempire gli stadi.
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